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26 giugno 2012 2 26 /06 /giugno /2012 09:21

 

Incredibile Bersani. Non si può commentare in altro modo le cose dette dal segretario del PD nel corso dell’incontro coi segretari di sezione, svoltosi sabato in contemporanea con l’altra baracconata di stampo democratico, organizzata dal sindachetto di Firenze Matteo Renzi, quello che stando in politica da non si quanti anni, vorrebbe rottamare i politici di professione. Il segretario del PD, che soffre evidentemente di seri problemi mnemonici, ha infatti accusato Silvio Berlusconi di trasformismo teso alla semplice ricerca di quel consenso ormai perduto da tempo. L’affermazione incriminata è la seguente: “In politica vedo operazioni di restyling.” Alla quale ha fatto seguito un riferimento al povero tycoon di Arcore che starebbe cercando il nome di un nuovo formaggino, tanto per rinforzare un concetto che deve essergli sembrato straordinario. Non che la cosa non sia vera, intendiamoci, ma certo che detta dal segretario di un partito che nel corso degli anni ha cambiato di continuo la sua denominazione, da PCI in PDS, quindi in DS, sino a diventare PD, fa abbastanza impressione e la dice lunga su cosa stia diventando la politica italiana, ove tutti fanno le stesse cose, che spesso non c’entrano nulla con la vera politica, per poi rinfacciarsele. E’ una storia già ampiamente vista, basti ricordare quando i vertici del centrosinistra hanno accusato gli avversari politici di voler cambiare la Costituzionea colpi di maggioranza e senza cercare quella condivisione che però all’epoca del governo D’Alema fu tranquillamente messa sotto le scarpe per dar luogo ad una modifica in senso federalista della stessa. Per non parlare della disastrosa gestione dell’ordine pubblico, che ebbe il suo acme a Genova, durante il G8, ma che già con Bianco Ministro dell’Interno aveva visto il concetto della macelleria messicana affermarsi a Napoli, con gli agenti a seviziare i manifestanti che non c’entravano nulla, lasciando liberi i provocatori di fare il loro lavoro. E che dire della infinita storia della precarietà? Oggi i dirigenti democratici fanno finta di non ricordare, ma la strada per la precarizzazione ad oltranza del lavoro, fu spianata dalla legge Treu, che introdusse il concetto non della flessibilità, ma della precarietà eletta a regola nei rapporti lavorativi, con l’apertura di un cuneo nel quale poi si introdusse come un caterpillar Maroni, con la sua schifosa legge Biagi, che strumentalizzava il nome del professore bolognese ucciso dalle BR, le cui indicazioni erano state recepite solo nella parte che riguardava l’introduzione di tutta una serie di rapporti di lavoro atipici, senza che però il sistema degli ammortizzatori sociali venisse armonizzato alla nuova realtà. Non c’è nulla da fare, la politica italiana mostra ogni giorno il suo volto reale, quello di una guerra per bande tesa solo alla ricerca del consenso per andare ad occupare delle poltrone, non per fare gli interessi dei ceti di cui si esige la rappresentanza. E in questo quadro, Bersani e Berlusconi sono del tutto complementari, anzi si può dire che l’uno sostiene l’altro, se si togliesse uno dei due contendenti, l’altro rovinerebbe per terra. In queste condizioni miserrime, qualcuno ancora si stupisce che un movimento senza mezzi e spesso con poche idee, come quello di Grillo, porti a casa una vagonata di voti. Ettecredo, direbbero a Roma, i cittadini non ne possono più, per la maggioranza, di vedere le facce di coloro che hanno reso il paese una landa desolata, distrutto ricchezza e lavoro e dato la possibilità alle cricche cui sono strettamente legati di mangiarsi l’Italia. Il bello è che Bersani continua a fare battute che capisce solo lui, invece di decidersi a presentare agli italiani la sua idea di paese e quello che vuole fare per cambiare una situazione al limite del collasso. Contento lui…   

 

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