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12 luglio 2012 4 12 /07 /luglio /2012 01:31

Cosa dire di un signore come Mariano Rajoy, leader della destra spagnola che ha vinto la campagna elettorale accusando il suo predecessore, Zapatero, di aver aumentato le tasse e che ora, a sua volta, non solo aumenta l'IVA di tre  punti, ma contemporaneamente saccheggia il suo popolo tagliando le tredicesime, massacrando le pensioni e permettendo di licenziare i lavoratori con una semplice istanza di fallimento? Il tutto, incredibile a dirsi, perchè bisogna salvare il sistema bancario spagnolo, il quale, sentitamente, ringrazia, e si compra tutto il possibile e l'immaginabile, oltre a prendersi le case di quegli spagnoli che non possono più pagare i mutui per le politiche messe in atto proprio da Rajoy Ormai siamo al vero e proprio saccheggio delle classi meno abbienti, cui stanno per essere tolti non solo i pochi soldi a disposizione, ma anche la speranza nel domani, considerato che in Spagna l'indice di disoccupazione è al 25%. Naturalmente, il signor Rajoy ha presentato la sua riforma del mercato del lavoro come un provvedimento che avrebbe dovuto rendere più facile trovare un posto di lavoro, quando invece la realtà è che rende più facili i licenziamenti. Anche la Spagna, ormai, è tagliata in due. Da una parte le vittime della politica iperliberista della destra internazionale, che sta facendo i suoi esperimenti sulla pelle di milioni di europei. Dall'altra i ceti possidenti che stanno incrementando le loro ricchezze e che non hanno minimamente risentito della crisi in atto, anzi, con la stessa hanno potuto comprarsi interi pezzi di Stato, creando monopoli sempre più invasivi. Il tutto presentato come una semplice ristrutturazione dei debiti sovrani, al termine della quale lo Stato, opportuno dimagrito sarà in grado di reggere alle sfide del mercato globale. Naturalmente, dopo la Grecia e la Spagna, toccherà all'Italia, ove già si sono fatte le prove generali con la famigerata Spending Review che ha tagliato il poco di Stato Sociale rimasto, senza minimamente toccare la selva di privilegi di cui possono godere i percettori di rendite o coloro che appartengono alle classi benestanti che stanno sempre più accentrando la ricchezza nelle loro mani. Basta vedere l'aggressività esibita da Rigor Monti nel corso delle sue ultime esternazioni, per capire quale tipo di bufera si stia addensando sul nostro paese, anzi, su una parte di esso, quella che in questi anni ha pagato tutto il peso del risanamento del debito pubblico. In particolare, fa venire i brividi l'ultima esternazione del Premier, quella concernente la concertazione e gli effetti negativi, a suo modo di vedere, della stessa. Come a dire che da adesso in poi il sindacato non deve più avere voce in capitolo e che deve piegarsi alle direttive di politica economica provenienti dall'alto, anche le più impopolari. Speriamo che quella che è una vera dichiarazione di guerra sia finalmente accolta come tale dai sindacati, altrimenti una deriva di tipo greco è dietro l'angolo anche per il nostro paese. 

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